Non ho un nome,
il mio pensiero è confuso, commetto un sacco di errori.
Vivo e basta
i miei nemici – e credetemi: assassini quasi tutti- finiranno sbranati da uno squalo,
spaccati,
presi a mazzate con vivido dolore addosso,
saranno smembrati in pochi secondi
i miei comandamenti
i miei comandi
i miei pensieri resistenti
i complottatori osceni, silenti, ancora vivi,
spero a stenti,
ora senti i miei sentimenti:
aprirti il cranio come farebbe il Mostro – (che nel frattempo ho anche rivalutato) – per me sarebbe gioia,
quasi compianta, rimasta noia,
ti spaccherò il corpo umano come nessuno ha mai fatto,
ti lascerò così male che avrai pena di te stesso,
ti farò secco.
Ho trovato una scatola grigia in un boschetto,
vi ho trovato dentro un rito ben descritto,
una candela,
un’immagine di Belial ed un chiodo,
per ricordare mi sono fatto un nodo,
non interessa cosa faccio,
sei morto.